RICCARDO ZAMPAGNA MIGLIOR ALLENATORE DEL 2016

12-01-2017 12:51 -

L´allenatore del Trestina: "Ho un sogno nel cassetto, allenare l´Atalanta. Grazie al Trestina, all´Assisi, al Macchie e soprattutto al mio amico Caporale. Da Mutti, Colantuono e Mandorlini ho capito che..."
55 punti in 32 gare di campionato. Una media di 1,71 punti a partita. Quanto basta a Riccardo Zampagna per essere considerato, numeri alla mano, il miglior allenatore umbro del 2016. Dietro di lui il tecnico del Ventinella Francesco Farsi con una media di 1,63. Luca Grilli del Bastia avrebbe anche fatto meglio (1,95 di media) ma in sole 20 gare. Fra Prima e Seconda c´è poi il recordman Diego Gigliarelli, 72 punti in 30 partite (2,40 di media), ma questa è un´altra storia e un´altra categoria.
Lo scettro del miglior allenatore umbro nell´anno solare appena concluso va a Riccardo Zampagna: 31 punti nel girone di ritorno all´Assisi, i playoff di Promozione vinti e l´Eccellenza sfiorata; 24 punti nel girone d´andata a Trestina, in serie D, con 9 lunghezze di vantaggio sulla zona playout.
E al buon Riccardo, nel leggere questi numeri, scappa un sorriso. "Sì perché un anno fa non me lo sarei immaginato. Poi, partita dopo partita, ad Assisi mi ripetevo: "Riccà, ma lo sai che forse ci puoi provare davvero a fare l´allenatore?". Eh sì perché, dopo una carriera da bomber con tanto di 28 gol in serie A, farsi chiamare "Mister" gli suonava proprio strano.
SULL´ATTENTI... MA PER GIOCO - "Poi il mio amico David Diamanti, o per meglio dire, Caporale, mi ha convinto ad allenare il Macchie in Prima categoria". E, alla prima esperienza in panchina, Zampagna vince subito il campionato nel 2014. "Non puoi fare il fenomeno perché vinci la Prima, ma quella resta un´esperienza meravigliosa che mi fa pensare sempre a David che, nel frattempo, purtroppo, ci ha lasciati".
E si arriva al 2016, un anno da raccontare: la chiamata dell´Assisi, l´Eccellenza sfiorata con una rimonta super e, in estate, l´approdo in serie D a Trestina. "Il bello viene adesso perché ora voglio provarci davvero. Da calciatore penso di aver raggiunto la serie A grazie alla mia ignoranza calcistica, alla voglia di arrivare sempre prima su ogni pallone. Da allenatore proverò a trasmettere quest´ignoranza ai miei giocatori. Perché è la base di tutto. E perché sono i giocatori a fare un allenatore, non il contrario".
MUTTI, COLANTUONO E MANDORLINI - Uno Zampagna bastone o carota? "Tutti e due. Bastone un po´ come Mutti. Gli devo parecchio, mi ha lanciato prima in serie B poi in serie A. Ma lui faceva solo l´allenatore. Dialogo quasi zero. Tutto l´opposto di Colantuono che poi era un maestro nel preparare le partite. Dal martedì già sapevi quello che avresti dovuto fare la domenica. E questa cosa la sto facendo mia. Un allenatore che mi ha fatto divertire? Mandorlini a Sassuolo: facevamo un 4-3-3 che era uno sballo".
Un po´ come Zampagna a Trestina... "Non scherziamo. I ragazzi mi seguono e la vittoria contro il Latte Dolce credo ne sia l´esempio. Una prestazione super nonostante fossimo contati. Qui però siamo in serie D. Non c´è paragone a livello di allenatori".
TRA PASSATO E... FUTURO - Il momento più brutto? "Il 5-0 a Rieti alla prima di campionato. Ho fatto fatica ad addormentarmi per 15 notti. Poi, per fortuna, ne siamo venuti subito fuori".
E adesso? "Ora continuiamo a lavorare al massimo con serenità. Ecco, al 2017 chiedo solo la serenità".
Con un sogno nel cassetto... "Allenare l´Atalanta. Semmai dovessi riuscire a sedermi su quella panchina, andrei a riprendere il mio amico Caporale e lo porterei con me. Almeno per una domenica...".
Nella foto, by Melis, Riccardo Zampagna


Fonte: La nazione/Eccellenzacalcio.it